Si è chiuso ieri il Consiglio ministeriale dell’Esa con l’approvazione del contributo più consistente mai ricevuto, pari a 22,1 miliardi di euro. L’Italia, che presiederà il Consiglio per il prossimo triennio, ha contribuito con 3,5 miliardi di euro. Andrea Argan (Inaf): «Il problema della concomitanza di due missioni di grande impatto scientifico come Lisa e NewAthena si avvia finalmente verso una risoluzione definitiva»
Si è chiuso ieri a Brema, in Germania, il Consiglio ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), con l’approvazione del piano per il futuro di tutto il settore spaziale europeo per il prossimo triennio. Il meeting ha riunito i ventitré ministri con delega allo spazio degli Stati membri Esa e i rappresentanti delle quattro nazioni associate, alla presenza del direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher e il commissario dell’Unione europea per la difesa e lo spazio Andrius Kubilius. Dopo due giorni di riunione, l’Agenzia spaziale europea si è aggiudicata il contributo più consistente mai ricevuto, pari a 22,1 miliardi di euro, con un aumento storico del 3,5 per cento all’anno al di là dell’inflazione.

Ministri e delegazioni presenti al Consiglio. Crediti: Esa
L’Italia ha presieduto il Consiglio ministeriale con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy e Autorità delegata alle politiche spaziali e aerospazio, Adolfo Urso, prendendo le consegne dalla Germania, alla guida della Ministeriale nel triennio 2022-25. Urso ha illustrato le linee programmatiche nazionali definite dal Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali (Comint), che ha disposto un incremento delle risorse rispetto alla precedente Ministeriale di Parigi del 2022. Per il nostro Paese l’impegno finanziario si è attestato a 3,5 miliardi di euro, contributo che assesta l’Italia tra i primi tre contributori dell’Esa con Germania in testa, seguita dalla Francia. Rispetto alla scorsa tornata ministeriale il nostro Paese ha incrementato il proprio impegno di circa 500 milioni di euro.
«L’avvio della presidenza italiana alla Ministeriale Esa rappresenta una straordinaria opportunità per il nostro Paese per consolidare una posizione di leadership nel settore spaziale europeo», ha dichiarato il ministro Urso. «L’investimento destinato all’Esa testimonia la nostra determinazione a sostenere progetti comuni capaci di unire innovazione, sviluppo industriale e tecnologico e cogliere appieno le opportunità offerte dalla crescita del settore. Lavoreremo, come sempre, in piena sintonia con i partner europei per guidare l’Europa in un momento decisivo per la space economy».
I tre principali contributori – Germania, Francia e Italia – hanno espresso pieno sostegno all’Agenzia, seppur motivati da priorità nazionali nettamente diverse. Durante le varie sessioni sono emerse infatti posizioni leggermente diverse. La Germania mira a mantenere la leadership e rafforzare la propria sovranità, sviluppando al contempo un rapporto più equilibrato con gli Stati Uniti. La Francia è coerente sulla linea dell’indipendenza europea dai fornitori esterni, in primis Russia e Cina ma anche dagli Stati Uniti. L’Italia ha invece definito gli Stati Uniti come il principale alleato e ha sottolineato di voler massimizzare gli investimenti dell’Esa per ottenere il massimo ritorno possibile.

Contributi 2022 e 2025 dei 27 Stati Membri a confronto. Crediti: Esa
La regola del georeturn definisce infatti il cosiddetto principio del “giusto-ritorno” in base al quale un Paese membro dell’Esa riceve contratti equivalenti in proporzione ai propri contributi economici. Ricordiamo infatti che gli Stati membri finanziano il programma obbligatorio – che include le attività del programma scientifico, i costi delle infrastrutture e le attività generali di base – e i programmi opzionali. Per questi ultimi, la partecipazione è facoltativa e la scelta del livello della contribuzione destinata a ciascun programma è lasciata ai singoli Paesi. L’Esa opera sulla base di criteri di ripartizione geografica – il cosiddetto giusto-ritorno, appunto – garantendo che gli investimenti realizzati in ciascuno stato membro, mediante i contatti industriali per i programmi spaziali, siano proporzionali al contributo dello stato stesso.
Durante il Consiglio è stata anche sottolineata dall’Agenzia spaziale europea la visione strategica racchiusa nella Strategy 2040, che ha tracciato la rotta per le ambizioni spaziali europee e definito gli obiettivi da conseguire a lungo termine. Il documento ha individuato la protezione della Terra e il rafforzamento dell’autonomia tra i pilastri programmatici delle attività spaziali europee per i prossimi decenni.
Il primo passo sarà quello di realizzare le missioni descritte nel piano a lungo termine Cosmic Vision, tra cui Lisa e NewAthena. Il passo in avanti sarà rappresentato dallo sviluppo tecnologico per le missioni previste dal piano Voyage 2050, in particolare dal progetto di ricerca di forme di vita su Encelado con la missione di grande portata L4 su Saturno e la sua luna.
Un altro aspetto rilevante emerso durante il Consiglio ministeriale è l’iniziativa European Resilience from Space, introdotta per sostenere la capacità dual-use in Europa. Il finanziamento iniziale sarà destinato a un sistema che consentirà l’accesso e le condivisione delle immagini satellitari ad alta risoluzione temporale e spaziale. Il chiaro mandato per l’uso delle applicazioni spaziali a fini di difesa non aggressiva segna un cambiamento storico per l’Esa.
Un altro obiettivo rilevante per il prossimo futuro delle ambizioni spaziali europee è l’indipendenza tecnologica, insieme all’accesso garantito allo spazio. Accanto ai lanciatori europei Ariane 6 e Vega-C, l’Esa continuerà a sostenere l’evoluzione del mercato europeo dei lanci e lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto in orbita, compresa la European Launcher Challenge.
La leadership europea nell’osservazione della Terra sarà mantenuta con la preparazione della seconda generazione di satelliti Copernicus (in particolare le missioni ottiche Sentinel-2 Next Generation e Sentinel-3 Next Generation).
Tra le altre missioni da citare: Rosalind Franklin, che prevede l’atterraggio di un rover su Marte, finanziata con l’obiettivo di un lancio nel 2028; Argonaut, con destinazione Luna; e le missioni dedicate alla sicurezza spaziale: Ramses, Rise e Vigil.

Grafico dei finanziamenti per tipo di destinazione. Crediti: Esa
«Si tratta di un grande successo per l’Europa e di un momento davvero importante per la nostra autonomia e leadership nella scienza e nell’innovazione. Sono grato per il duro lavoro e l’attenta riflessione che hanno portato alla realizzazione delle nuove sottoscrizioni da parte degli Stati Membri, con un aumento del 17 per cento rispetto all’ultimo Consiglio a livello Ministeriale dell’Esa», ha dichiarato il direttore generale Aschbacher. «Di fronte a una situazione geopolitica difficile, tutti gli Stati che contribuiscono al bilancio dell’Esa, e naturalmente la Commissione europea, hanno riposto la loro fiducia nell’Agenzia spaziale europea affinché continui a realizzare programmi che sostengano la leadership europea nello spazio e contribuiscano ad ampliare le nostre capacità sulla Terra, in orbita e nello spazio profondo. Anche se quest’anno abbiamo celebrato 50 anni di successi, il lavoro è solo all’inizio».
«Condivido pienamente la soddisfazione del direttore generale Josef Aschbacher», sottolinea Andrea Argan, responsabile dell’Unità scientifica di gestione progetti dallo spazio per l’Inaf. «L’aver raggiunto un aumento complessivo dei contributi costituisce un traguardo tutt’altro che scontato tenuto conto dello scenario internazionale turbolento ed incerto che stiamo vivendo quotidianamente. L’attenzione dimostrata dalla politica nei confronti delle attività dell’Agenzia spaziale europea dimostra una sensibilità e una lungimiranza che ci può solo rendere orgogliosi».
«Come Inaf partecipiamo con ruoli di primo piano sostanzialmente a tutte le missioni in fase operativa e in fase di sviluppo del programma Cosmic Vision». aggiunge Argan. «Il risultato ottenuto, quindi, mettendo su un piano di solidità l’intero programma, ha una rilevanza fondamentale per il lavoro di tutti noi. Il problema annoso dell’ambiziosa concomitanza dello sviluppo di due missioni Large di grande impatto scientifico come Lisa e NewAthena, a lungo motivo di preoccupazioni e tribolazioni, si avvia finalmente verso una risoluzione definitiva».
Rimane in sospeso il problema dell’impatto economico e programmatico delle possibili defezioni della Nasa da alcune delle principali missioni europee che potrebbero di nuovo mettere in forse il completamento nominale del programma. «In merito a ciò va detto», conclude Argan, «che l’entità di queste possibili defezioni non è al momento nota né quantificabile economicamente. Inoltre, sono confidente che se anche il problema dovesse assumere una forma rilevante, avendo gli Stati Membri espresso ieri una volontà chiara ed inequivocabile nel voler proseguire con il programma come attualmente definito, sarebbe sempre possibile trovare la soluzione che possa minimizzare gli impatti sulla pianificazione delle missioni e sulla scienza».
Il futuro spaziale dell’Europa negli anni a venire si articola quindi su un fronte molto complesso. Il prossimo Consiglio Ministeriale è previsto in Italia, nel 2028.
Per saperne di più:
Fonte:
Media Inaf – Il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, apubblicato il 28/11/2025 su www.media.inaf.it
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